La sostenibilità economica

I ricavi

Qual è l’apporto economico  di MetroGranda legato alla bigliettazione?

Conoscendo la domanda attesa del servizio e le distanze tra le varie fermate è possibile quantificare i ricavi da traffico dopo aver assunto una tariffa chilometrica indicativa. Come per la definizione della domanda, anche qui abbiamo individuato 2 possibili scenari che si differenziano per la tariffa utilizzata nei giorni feriali (e dunque per i ricavi da traffico)

I – Nel primo si assume una tariffa fissa chilometrica pari a 0,1 €/km (stimata in base al prezzo al chilometro attuale di altri servizi passeggeri regionali in Piemonte) senza tener conto degli abbonamenti.

II – Nel secondo si assume che il 65% degli spostamenti calcolati usufruiscano di una tariffa agevolata pari a 0,05 €/km (modellizzando così – sebbene approssimativamente – l’effetto delle tariffe agevolate o abbonamenti dei pendolari), mentre il rimanente 35% sia riconducibile alla tariffa “piena”.

Nei giorni festivi invece si è calcolato che tutti gli spostamenti siano riconducibili alla tariffa “piena” (0,1 €/km), ma si è tenuto conto del minor numero di spostamenti verosimilmente ipotizzabili in tali giorni.

Il confronto costi-ricavi

MetroGranda, nella sua conformazione base, è economicamente sostenibile?

Un servizio di mobilità pubblica è considerato economicamente sostenibile quando genera ricavi per il 35% dei costi.

Se mettiamo insieme gli scenari dei ricavi (I e II) con gli scenari della domanda (scenari A1, A2, B1, B2) otteniamo otto diverse possibili configurazioni. Di tutte queste, solo la II.A1flussi pendolari dei Comuni sede di fermata con una tariffa kilometrica standard (0,1 €/km) – risulta insostenibile dal punto di vista delle indicazioni europee sul trasporto pubblico locale perché attestato al 22%. Tutti gli altri scenari possibili si possono considerare sostenibili.

Ciò vuol dire che, affinché MetroGranda funzioni economicamente, è necessario agire su due aspetti:

  • il potenziamento della domanda saltuaria (espressa dalle configurazioni con B)  attraverso una maggior aderenza del servizio alle diverse necessità della popolazione normalmente “esclusa” dal conteggio dei pendolari.  Anche una semplice rimodellazione degli abbonamenti – da lineari ad areali, sul modello delle grandi città – potrebbe incentivare tale mobilità saltuaria.
  • il coinvolgimento dei comuni limitrofi alle fermate. Sarebbe infatti sufficiente coinvolgere 1 abitante ogni 100 di queste aree per rendere il servizio pienamente sostenibile. L’integrazione gomma/ferro – anche dal punto di vista gestionale – risulta basilare per tale obiettivo e potrebbe produrre inaspettati surplus.