La Proposta di Servizio

Avviare MetroGranda

MetroGranda nasce da una idea di largo respiro, che nello scenario economico attuale non è realisticamente pensabile costruire “tutto e subito”.

La prima operazione proposta è la divisione di MetroGranda in 2 tratte: La Tratta Ovest che da Bra arriva a Mondovì passando per Savigliano, Saluzzo e Cuneo (circa 100 km); la Tratta Est che unisce Mondovì a Bra passando per la Val Tanaro (circa 60 km).

La tratta OVEST può essere avviata domani: le linee ferroviarie sono ancora in uso per il trasporto merci e le stazioni in discreto stato. L’esercizio non sarà identico a quello antecedente la chiusura, ma cercherà di servire il territorio integrandosi al meglio con gli altri servizi di mobilità pubblica presenti (SFR di Trenitalia, SFM di GTT e la mobilità su gomma gestita da Grandabus).

Quattro treni (più uno di riserva) percorreranno 100 km in 1h55′, passando per 10 fermate, servendo un territorio di 65 comuni e la totalità delle vallate alpine limitrofe. Il servizio avrà cadenzamento orario nei giorni feriali (16 corse) e bi-orario nei festivi (6 corse). 

Sei fermate (Bra, Cavallermaggiore, Savigliano, Saluzzo, Cuneo, Mondovì) saranno assimilabili ai Movicentri:  stazioni con possibilità di facile interscambio di mezzi di trasporto. Quattro fermate (Verzuolo, Busca, Beinette, Pianfei) saranno Smart Stop: fermate ad elevata automazione costantemente connesse al servizio Movibyte. Le fermate di Bra, Cavallermaggiore, Cuneo e Mondovì fungeranno da nodo di cadenzamento integrato con gli altri servizi di mobilità mentre altre due (Verzuolo e Pianfei) permetteranno il cadenzamento interno.

Potenziare MetroGranda

Una volta avviato il servizio base delle Tratta Ovest, è possibile immaginare successive implementazioni di MetroGranda che portino sino al completamento dell’anello ferroviario. Queste implementazioni non sono per forza cosequenziali e ruotano attorno a due grandi possibilità: potenziare la tratta Ovest (scenari A) o ricostruire la tratta Est (scenario B).

  • Scenario A1: valuta l’aggiunta di fermate (Manta e Costigliole S.) nella zona più densamente popolata. L’intervento “stresserebbe” il programma di servizio, rischiando di dover richiedere successivi interventi sull’infrastruttura.
  • Scenario A2: valuta l’incremento della frequenza dei treni, testando la resilienza del sistema. Un cadenzamento alla mezz’ora non sarebbe possibile con l’attuale infrastruttura ma necessiterebbe di due nuovi incroci. È invece possibile inserire delle ulteriori tracce orarie non cadenzate tra Savigliano e Cuneo.
  • Scenario A3: valuta l’elettrificazione della linea, un intervento estremamente costoso che inciderebbe poco o nulla sul trasporto persone mentre migliorerebbe di molto quello merci. Il vantaggio principale sarebbe il miglioramento nella gestione del materiale rotabile (treni a trazione elettrica come in tutta la Regione).
  • Scenario A4: valuta la realizzazione di un bypass a Madonna dell’Olmo per eliminare il giro-banco dei treni alla stazione di Cuneo. L’intervento prevede la realizzazione di un nuovo Movicentro su cui dovrebbero convergere tutti i servizi bus ed in cui avverrebbe l’interscambio con la linea Cuneo-Torino. L’intervento sarebbe molto costoso, ridurrebbe di 18 minuti i tempi di percorrenza di MetroGranda ma necessiterebbe un generale ripensamento della mobilità dell’area conurbata di Cuneo.
  • Scenario A5: valuta la realizzazione di un bypass a Cavallermaggiore per  eliminare il giro-banco dei treni alla stazione di Cavallermaggiore. Si tratta di un intervento meno costoso del precedente che permette di risparmiare 12 minuti tra Bra e Savigliano.

Scenario B: Ricostruire la tratta Est.

Questo scenario valuta la chiusura dell’anello di MetroGranda attraverso la ricostruzione dell’infrastruttura ferroviaria tra Mondovì e Bra lungo le vecchie linee della Mondovì-Bastia e della Bra-Ceva.

L’intervento si svilupperebbe su 3 lotti: tra Mondovì e Bastia Mondovì (24 km) occorrerebbe sostanzialmente ricostruire una linea ferroviaria che, pur se ancora presente, è stata chiusa nel 1985; tra Bastia e Narzole (22 km) è totalmente assente l’armamento e il continuo incrociarsi della ferrovia col fiume Tanaro impone la valutazione di interventi infrastrutturali; tra Narzole e Bra (14 km) la situazione è invece meno complessa, essendo la tratta Cherasco-Bra già utilizzata per il trasporto merci.

Una volta sistemata, la tratta Est potrebbe essere caratterizzata da un servizio con cadenzamento orario (del tutto integrato con la Tratta Ovest) su 6 fermate (Mondovicino, Carrù, Farigliano, Monchiero, Narzole, Cherasco) con Farigliano nodo di cadenzamento intermedio.

Per percorrere la Tratta Est servono 48 minuti, mentre per percorrere l’intero anello ferroviario servono 3h40′ (cioè più della somma delle parti) a causa di problemi tecnici generati dalla conformazione ad anello (a Bra e Mondovì sono necessarie soste di 15-20 minuti) .